Due giorni sulle Geghama Mountains in Armenia, tra vulcani e laghi.
Un itinerario tra tende di pastori nomadi, aquile, vulcani e laghi.
Un Itinerario che vale la pena percorre se vi trovate in Armenia. La centralità di Yerevan vi permetterà di organizzare al meglio il vostro trekking sulle Geghama Mountain che distano poco più di un’ora d’auto dal centro città.
Insieme alle guide di Armenian Outdoor Adventures ho avuto il piacere di visitare l’area vulcanica che caratterizza la fascia di territorio lunga 70Km e larga circa 50 che prende il nome di Geghama Mountains.
Un trekking di due giorni organizzato nei minimi dettagli che ha permesso a me e al “socio d’avventura” Stefano di preoccuparci solo del nostro zaino offrendoci la possibilità di visitare posti unici.
“Lungo la strada che conduce al punto di partenza”
Il percorso svolto si sviluppa lungo circa 35 km di sentieri, trail, e praterie dove camminare a vista permette di essere a parte integrante dei luoghi.
Due giorni di cammino per percorrere un anello che ci ha permesso prima di raggiugnere il lago Akna e il giorno successivo raggiungere la vetta del vulcano Azhdahak che con i suoi 3597 mslm è il più alto vulcano delle Geghama Mountains.
Ore 8 del mattino una grossa Jeep Toyota guidata da “L’orso Armeno” in compagnia del suo assistente ci preleva giusto in tempo prima che la città iniziasse a diventare caotica e piena di auto.
In pochi minuti siamo fuori dal centro cittadino e per la prima volta dopo 3 giorni di permanenza in città iniziamo a vedere l’Armenia che volevamo scoprire; quella fatta di Montagne, pastori, panorami e natura.
Poco più di un’ora d’auto per arrivare al villaggio rurale di Seraban a quota 2100 mslm. Una manciata di case che in nel periodo estivo danno riparo e protezione a circa 200 persone, mentre con l’arrivo della prima neve tutti scendono a ridosso della capitale mentre le abitazioni vengono completamente sommerse dal manto nevoso.
“Il primo tratto del Trekking risalendo l’altopiano”
Lasciato il villaggio alle nostre spalle le nostre guide fermano l’auto a ridosso del piccolo cimitero. Il tempo di scendere, preparare gli zaini e si inizia a camminare. Nel frattempo l’assistente per mezzo di una strada carrabile utilizzata dai pastori raggiunge la meta della nostra escursione per dar vita ad un piccolo campo base composto da due tende a ridosso del lago Akna.
Devo essere sincero le prime due ore di cammino non mi hanno entusiasmato molto, un sentiero molto largo che spesso risaliva versanti senza un senso logico passando dalle pendenze massime a tratti totalmente pianeggianti, però bastava voltarsi per vedere in lontananza il Monte Aragats e l’immensa valle sottostante.
Tra un volo d’aquila, un gregge e qualche sosta per bere siamo arrivati nei pressi del primo accampamento di pastori a circa 2600 mslm. Qui a differenza nostra i pastori non vivono in malghe ma in grosse tende circolari con stufe al centro. Al loro interno un grande telo bianco divide il reparto notte dal resto della tenda dove è presente una rudimentale cucina e grandi barili pieni di salamoia dove al loro interno sono custoditi preziosi formaggi freschi.
“Villaggio di pastori nomadi”
All’esterno alte reti formano dei recinti per difendere le pecore dai lupi, alcuni carrelli con casette in legno danno vita al villaggio mobile che si sposta in base alle condizioni e alla qualità dell’erba che ricopre i pascoli. Nostra grande fortuna è stata trovare il villaggio senza il bestiame nei recinti.
I feroci cani da pastore di razza caucasica infatti erano a seguire il gregge e grazie un primo contatto da parte della nostra guida con la moglie del pastore ci è stato permesso di passare qualche minuto al loro interno. Se i cani fossero stati di guardia era buona cosa aggirare il villaggio tenendo sempre qualche sasso in mano… l’aggressività di questi cani non è mai da sottovalutare visto che spesso si trovano a lottare con orsi e lupi.
“La casa con le ruote!”
Lasciamo il villaggio e dopo aver scambiato un paio di banane per della ricotta fresca continuiamo il nostro itinerario verso il lago Akna, si sale di quota e il paesaggio cambia, risaliamo il costone iniziale per raggiungere l’altipiano a circa 2800 mslm.
Prati verdi, residui di nevai che generano piccoli laghetti, alte montagne vulcaniche, mandrie di mucche e altri villaggi di pastori in lontananza danno vita ad un paesaggio unico.
Dopo circa 9 chilometri di cammino, grazie all’esperienza della nostra guida, risaliamo ampie vallate e senza affrontare dislivelli impossibili arriviamo nei pressi del lago Akna. In lontananza si intravede la jeep e al suo fianco due tende che ci indicano il punto d’arrivo di questa prima giornata di trekking.
Dopo poco più di 5 ore di cammino e circa 13 km percorsi ci troviamo a costeggiare il lago fino a raggiungere il “campo base” dove un abbondante merenda ci accoglie.
“Merenda da campioni”
Il pomeriggio passa in totale relax risalendo senza sentieri tracciati le ampie “colline” che circondano il lago, un pastore, incuriosito dalla nostra presenza passa e si ferma a chiacchierare nei pressi delle tende mentre nel frattempo un gruppo di cacciatori armeni si posiziona poche centinaia di metri da noi e inizia a banchettare sorseggiando e offrendoci vodka.
“”Lago Akna e vulcani inattivi alle spalle”
Siamo a 3050mslm il sole inizia a calare e i colori del cielo cambiano rapidamente, sceso il sole e finito di cenare in riva al lago grosse nuvole avanzano rapidamente dando vita ad una nebbia fitta prima per poi scatenare nel cuore della notte un fortissimo temporale estivo.
“La quiete prima della tempesta”
Grandine, temperature vicino allo zero e raffiche di vento fortissime hanno segnato il sonno lasciandoci il dubbio sulle condizioni meteo del giorno successivo.
Dopo la tempesta il sereno. Verso il vulcano Azhdahak.
Dopo una notte inusuale, in tenda, al freddo e con un temporale che sembrava poter sollevarci da terra il risveglio ci ha riservato un paesaggio libero da nuvole seppur con temperature abbastanza basse.
Il tempo di fare una colazione abbondante e già alle 7,30 si era in cammino per la seconda giornata di trekking, oltre 20 chilometri ci aspettavano.
Ripercorrendo per un breve tratto la sponda del lago Akna ci portiamo in poco tempo sulla sponda opposta dove un gruppo di escursionisti russi ci saluta calorosamente, davanti ai nostri occhi una nuova vallata verde con mucche al pascolo si apre e con passo spedito e convinto ci portiamo al ridosso del costone erboso.
Guadagniamo rapidamente quota fino ad arrivare a 3300 mslm circa, sempre “navigando a vista” come i migliori capitani attraversiamo immense vallate e praterie. Siamo totalmente immersi tra vulcani (nella zona se contano oltre settanta), i pendii hanno colori unici che variano dal nero al rosso con sfumature di ocra e verde, gli occhi e lo spirito godono e la fatica neppure si fa sentire.
Ci troviamo a camminare all’interno di un lago stagionale che durante il nostro passaggio è totalmente prosciugato, per mezzo di sassi saltiamo da una parte all’altra mentre di fronte a noi il grande Azhdahak ci attende. Notiamo il suo versante Nord Est che si propone severo e selvaggio, solamente avvicinandoci capiamo che la nostra via di salita sarà un’altra e andrà a toccare il versante Sud Ovest.
Pian piano ci avviciniamo ai piedi del grande vulcano, la più alta vetta delle Geghama Mountains, ci spostiamo nella vallata di destra per trovarci ad una quota di 3250 mslm e in poco meno di due chilometri, seguendo prima un sentiero ben visibile e poi per sfasciumi raggiungiamo l’anticima dell’Azhdahak.
Un magnifico lago vulcanico ci da il benvenuto, sfumature di blu in contrasto con il cratere rosso ci lasciano letteralmente a bocca aperta, nel frattempo seguendo la larga cresta ci dirigiamo in vetta per le foto di rito, per una rapida merenda e per respirare a polmoni aperti!
Discendiamo la vetta seguendo la via di risalita dove un magnifico pendio di rocce rosse colpisce l’attenzione di tutti fino ad arrivare nel cuore della vallata.
Qui seguiamo per un paio di chilometri il sentiero che conduce al complesso monastico di Geghard e Garni per poi abbandonare la via principale e continuare lungo sali e scendi all’interno di prati verdi. Incontriamo tende di pastori nomadi, greggi e senza far troppa fatica oltrepassiamo una alla volta tutte le piccole e dolci pendenze puntando nuovamente verso Nord.
Dopo circa 18 km di itinerario intravediamo in lontananza la jee0 e capiamo che il nostro punto d’arrivo si fa sempre pian piano più vicino. Una volta arrivati ci aspetta una rigenerante merenda accompagnata da fresca birra armena, il modo migliore per terminare due giorni di escursione a pieno contatto con la natura circostante.
Come detto inizialmente il Trekking di Geghama è una di quelle attività Outdoor che dovete assolutamente fare una volta arrivati in Armenia.
Adatto a tutti i camminatori, (non si incontrano mai dislivelli impossibili) offre la possibilità di ammirare paesaggi unici. Oltretutto l’esperienza notturna in tenda offrirà qualcosa di più al vostro viaggio.
Cosa molto importante non inoltratevi da soli in quanto non esistono segnavia o cartelli che indicano il giusto sentiero e oltretutto non è possibile reperire acqua durante il percorso. Affidatevi a delle guide locali che potranno organizzare al meglio il trasporti di cibo, acqua e tende così da rendere la vostra esperienza “leggera” ed unica.
Cosa aspetti, contattami se vuoi avere maggiori informazioni, sto già valutando di tornare in Armenia nel 2020 a scoprire altri itinerari se ti vuoi unire scrivimi!
Strava: link diretto attività
Itinerario svolto in data: 5 Settembre 2019
Partenza Itinerario: Villaggio di Seraban
Località/Valle:
Catena Montuosa: Geghama
Cartina: N.P.
Quota di partenza: 2102 mslm
Dislivello: 940 circa
Punti d’appoggio: Nessun punto d’appoggio
Dove pranzare: Portarsi cibo per i due giorni di escursione
Acqua sul sentiero: nessuna fonte di acqua lungo il tragitto.
Strava: link diretto attività
Itinerario svolto in data: 6 Settembre 2019
Partenza Itinerario: Lago Akna
Località/Valle:
Catena Montuosa: Geghama
Cartina: N.P.
Quota di partenza: 3040 mslm
Dislivello: 740 circa
Punti d’appoggio: Nessun punto d’appoggio
Dove pranzare: Portarsi cibo per i due giorni di escursione
Acqua sul sentiero: nessuna fonte di acqua lungo il tragitto.