Gli Ungulati Selvatici presenti sull’arco alpino e ambienti montani

“Le informazioni che troverete in questa pagina sono il frutto di ricerca e studio personale, se qualcuno vuole contribuire a migliorare tali contenuti e segnalare errori mi può contattare via email

Benvenuti nel mitico mondo degli Ungulati, quell’immenso Subordine di specie animale che per definizione si muove appoggiando il proprio peso sulle punta delle dita che con l’evoluzione hanno dato vita ad unghie o a zoccoli.

Gli Ungulati, come si caratterizzano?

Sono mammiferi che comprendono l’ordine dei Perissodattili e quello degli Artiodattili. Tutti gli Ungulati si identificano dal fatto di aver sviluppato l’allungamento degli arti che poggiano direttamente sull’estremità delle dita rendendoli in molti casi abili e veloci corridori.

I perissodattili si differenziano dagli artiodattili per il numero di dita che vengono normalmente appoggiate al suolo durante gli spostamenti; i primi con numero dispari (pensiamo al cavallo per esempio) i secondi a numero pari.

Gli ungulati che popolano l’arco alpino sono di tipo artiodattile e a loro volta si possono suddividere negli ordini dei Suiniformi (il cinghiale ad esempio) e Ruminanti

Suiniformi, qualche curiosità.

Quante volte camminando in un bellissimo sentiero all’interno del bioma delle foreste temperate avete notati strani segnali di tracce di cinghiale? Ecco proprio lui il cinghiale è il classico suinoforme che possiamo incontrare… e in tal caso cercate di passare inosservati soprattutto se è a spasso con la prole.

Tutti i suiniformi sono caratterizzati da una regressione del secondo e quinto dito, non hanno uno stomaco suddiviso come i ruminanti e hanno una dentatura completa con la presenta anche di incisivi e canini.

Queste due particolarità sono relazionate al fatto d’avere una dieta molto variegata soprattuto ricche di ghiande, tuberi, funghi e radici.

Ruminanti, qualche curiosità.

Se gli amici cinghiali hanno un solo stomaco sapete quanti ne hanno i ruminanti? A dire il vero sempre uno ma ripartito in quattro cavità ognuna con specifiche attività legata alla complessa e lunga attività digestiva delle fibre vegetali di cui si nutrono i Bovidi e i Cervi (tra poco qui si complica ancora di più..)

Il nome di questo ordine deriva dal fatto che rimasticano il cibo, che dal rumine (una delle quattro cavità) viene rigurgitato in bocca. La dentatura risulta incompleta in quanto sono assenti gli incisivi e in alcune specie anche dei canini mentre sono ben sviluppati premolari e molari per favorire una masticazione stile “macina”.

Altra caratteristica molto importante è che i maschi come in molti casi anche le femmine possiedono trofei in forma di corna a crescita continua o palchi che vengono persi ogni anno e si rigenerano in dimensioni maggiori.

Per la gioia di chi come me ha poca memoria vi dico che i Ruminanti si suddividono ulteriormente in due differenti famiglie: Bovidi e Cervidi.

La famiglia dei Bovidi da chi è popolata?

I Bovidi è la famiglia degli Ungulati Artiodattili che ha presentato il maggior numero di soluzioni adattative durante il corso dell’evoluzione. Lo dimostra il fatto che questi animali vivono negli habitat più disparati passando dalle foreste, alle regioni alpine, alle steppe e ai terreni molto umidi.

Le variazioni di taglia abbracciano un ampio insieme di varianti; il peso ad esempio che può oscillare da specie a specie dai 2 ai 2000kg come anche la lunghezza che può variare dai 40cm fino ad oltre i 3 metri.

Caratteristiche che contraddistingue i Bovidi dai Cervidi il fatto che tutte le specie sia nel genere maschile che femminile presentano un paio di corna permanenti che continuano a crescere durante l’intero arco vitale.

Quindi possiamo identificare l’età di un bovide grazie a degli anelli di accrescimento che si possono osservare sulle corna.

Tra i bovidi che possiamo incontrare in ambiente alpino e montano possiamo di certo includere il Camoscio, il Muflone e lo Stambecco.

La famiglia dei Cervidi da chi è popolata?

Ancora più assurda la varietà delle dimensioni che possiamo trovare nella famiglia dei Cervidi, infatti possiamo trovare specie delle dimensioni di un coniglio fino ad arrivare a dimensioni di un cavallo.

Tra il genere maschie e femminile non si nota un’evidente differenza di dimensione e molto spesso il riconoscimento da maschio e femmina avviene per la presenza di palchi che sono una caratteristica sessuale secondaria

I palchi sono strutture di tessuto osseo che vengono persi e ricostruiti ogni anno mediate un meccanismo di controllo ormonale. La dimensione del palco oltre a identificare lo stato di saluto di un animale permette anche di identificare la sua età.

Tra le specie animale che popolano l’arco alpino possiamo trovare il Cervo Rosso e il Capriolo, queste insieme al camoscio e allo stambecco si possono considerare specie autoctone in quanto originarie dell’ambiente alpino.

Muflone e Cinghiale invece sono con da considerarsi specie esotiche in quante introdotte nell’arco alpino dall’uomo.

Non so se con questo post abbia chiarito le idee o dato vita a confusioni e a dubbi mistici, in ogni caso grazie a questo semplice schemi spero di riassumere tutto quanto in modo diretto e preciso.

 

 

Questo post è stato modificato 15 Marzo 2020 15:03