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Erbil, una città in costruzione

Erbil, edilizia selvaggia.

La corsa alla cementificazione e consumo del suolo.

Dopo il Petrolio c’è solo Cemento.

Nel Kurdistan Iracheno scorrono tre importanti fiumi, il Tigri, l’Eufrate e “il terzo fiume” che con le sue condotte permetter il trasporto milioni di litri di greggio ogni anno verso la Turchia, la Giordania e lo sbocco sul Golfo Persico.

Nella cittadina di Erbil, molto probabilmente grazie ai proventi della vendita dell’oro nero è ripartita una selvaggia corsa alla cementificazione. Premetto che io arrivo da un piccolo paesello della bassa pianura bergamasca con circa 5000 abitanti e già trovarmi in una città in espansione mi ha fatto uno strano effetto.

Strade a otto corsie, tangenziali (Ring) che permettono di correre da una parte all’altra della città evitando il kaos del centro antico, rotonde, ponti e ancora strade che delimitano il termine della città con il nulla… chilometri e chilometri di strade che man mano escono dalla città e diminuiscono di dimensione fino ad arrivare in piccoli villaggi dispersi nella pianura.

Da quando nella regione si è iniziato ad “annusare” una certa stabilità governativa con il riconoscimento da parte di Baghdad dell’autonomia migliaia di aziende straniere sono arrivate in città per dar via ad attività di ogni genere anche se la maggior parte incentrate nel settore petrolifero, dell’infrastrutture e immobiliare.

Quello che ovviamente mi ha più colpito, perché sotto gli occhi di tutti i giorni, è di come il settore edile e di conseguenza quello immobiliare abbia iniziato a dar vita a micro città all’interno della città stessa. Grandissime aree di lottizzate con strade, fognature, illuminazione e cancelli di ingresso totalmente abbandonate e lasciate a marcire.

Interi quartieri in fase di costruzione, forse il più famoso per via delle dimensioni e della posizione strategica a pochi chilometri dall’aeroporto internazionale è Empire World, iniziato più di dieci anni fa e ancora in fase di ultimazione con altissime torri ad uso commerciale, palazzi, villette, parchi e una serie di servizi per permettere ai futuri abitanti di vivere una “vita migliore” che rispecchi gli standard occidentali.

Dream City è un’altro di quei nuovi quartieri mai terminati; sulla carta e nei render, viene descritto come una delle zona residenziali più belle, ricche di servizi tra cui Mall, Ristoranti, Impianti Sportivi… poi quando entri e ci metti piede capisci che nei viali oltre a scorrere auto e suv di grossa cilindrata scorre solo tanta tristezza e grigiore.

Per mia fortuna durante la permanenza in città ho avuto il piacere di vivere all’interno del complesso denominato Naz City ad una quindicina di minuti di cammino dal quartieri cristiano di Ankawa (dove era possibile acquistare ogni sorta di bevanda alcolica e birrette fresche da consumare rigorosamente in casa), e ad una decina di minuti di Taxi dalla Cittadella Antica dichiarata patrimonio dell’umanità.

Quindici palazzoni di 10 piani con appartamenti da 200 metri quadrati, uno supermarket, campi da calcio, area gym e Peshmerga armati per garantire la sicurezza del quartiere… un po’ come da me in paese dove si giocava a nascondino in strada…

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